Il senso della caritativa
Le cose più belle sono destinate a nascere a tavola.
Durante un pranzo di cinque anni fa ci stavamo raccontando le cose fatte la sera prima, quando Federico intervenne dicendo che alle 20:30, dopo il TG5, lui e suo padre erano scesi al piano di sotto dove vive una signora anziana, la signora Lina, per vedere insieme il programma Velone e per mangiare una caramella alla menta.
La nostra reazione ricca di stupore la si può immaginare… e ovviamente cercammo di capirne un po’ di più.
La signora Lina era una splendida donna. Quando nacque Federico si comportò come una nonna; lo ospitò in casa per farlo giocare o offrirgli una merenda ed è certo che questa signora fece ogni cosa gratuitamente. Nacque così uno splendido rapporto di affezione con tutta la famiglia, che li spinse a guardarsi a vicenda, ad aiutarsi e a farsi compagnia quando era necessario. Una volta divenuta anziana, padre e figlio avevano preso l’abitudine di andare a trovarla ogni sera per una chiacchieratina e una caramella alla menta. E ogni tanto a Federico toccava pure difenderla dagli scherzi di suo papà.
Da questa storia abbiamo riconosciuto un vero talento, che va oltre il limite psico-fisico: sapersi interessare e affezionare all’altro, saltando il divario generazionale, con la solidarietà del cuore
umano.
Decidemmo così di cercare un luogo per coinvolgerci in un gesto di caritativa, perché la capacità di
affezione di altri ragazzi disabili si mettesse in azione. Non è stato immediato, ma alla fine contattammo telefonicamente un professore lungimirante, responsabile di un gruppetto del Banco di Solidarietà Alimentare “NONSOLOPANE”, che rimase entusiasta dal nostro desiderio probabilmente inconsueto “cioè quindi spiegatemi meglio… I ragazzi disabili porterebbero il pacco alle famiglie bisognose? Solitamente sarebbe il contrario, mi piace!“
Il Banco di Solidarietà favorisce in tutta Italia la solidarietà tra gli uomini e assiste persone e famiglie bisognose, sostenendole nel recupero di una dignitosa condizione umana e sociale. E così il 25 febbraio 2011 in otto andammo presso la loro sede di Cusano Milanino, per fare merenda insieme ai volontari e alle persone assistite della zona. Ci rendemmo conto che ognuno aveva la sua storia. Eravamo lì, anche se diversi, perché tenuti insieme dallo stesso desiderio di condivisione di un bisogno.
Fu così che verso marzo iniziò la nostra caritativa. Iniziammo da subito a vivere intensamente gli appuntamenti a cadenza mensile e nelle settimane “libere” decidemmo di leggere Il senso della caritativa di don Luigi Giussani, per aiutarci a giudicare ciò che accadeva. Abbiamo intuito che siamo fatti tutti con tanti desideri, con tante domande e che abbiamo bisogno di interessarci degli altri, di volere bene, di condividere.
Quello che ancora oggi stiamo capendo sempre più è che anche noi desideriamo la loro compagnia, perché anche noi ci commuoviamo, con un cuore che da assopito diventa “vibrante”. E se qualche signora assistita poteva sentirsi giudicata al momento della consegna, ora grazie all’entusiasmo dei nostri volontari speciali è caduto ogni dubbio. Non c’è diffidenza che tenga ai complimenti che Diego fa alla signora Rosa fin dal primo incontro “com’è? è una bella gnoc**” oppure ai baci appassionati di Francesca, che ricorda ogni volta a Giuseppina che potrebbe essere sua nonna, o ad AnnaMaria che invece inviterebbe a pranzo tutte le volte la signora Tina! o a Claudia che raccoglie vestiti e giocattoli da portare ai bambini bisognosi di una comunità alloggio.
Siamo felici di condividere sempre parte della loro vita, perché anche noi stiamo crescendo in unità: il frutto del nostro agire insieme con gratuità si chiama amicizia.
“No, non lo voglio il caffè! Neanche la coca! Mi scappa la pipì e io non sono qui per bere… io sono qui per te!”
“Ma io ti sto sempre accanto se hai bisogno, è un bisogno che abbiamo tutti”