Il calcio, quello educato

In questi giorni alcuni nostri amici di Vanzago hanno partecipato insieme con la Special Onlus di Arluno a una iniziativa ineguagliabile. Sono stati invitati a Coverciano per un ritiro nella sede della Nazionale italiana di calcio!

 

Oltre ad essersi allenati con lo staff, che li ha messi a dura prova con esercizi difficilissimi, hanno incontrato un allenatore della F.I.G.C. che si è rivelato essere un uomo semplice e incredibile: Fabrizio Benedetti. Sono stati tanti gli insegnamenti che ha voluto trasmettere loro, anche se troppo spesso nel calcio dei grandi riflettori si perdono… l’affiatamento del gruppo, la comunicazione, l’impegno, la dedizione sono solo alcuni tra questi. E’ bello sapere che in questo sport così confusionario ci siano ancora persone attente ai valori e dato che quando l’altro ieri si sono salutati si è anche commosso, vorremmo raccontare a tutti di questo incontro, per nulla scontato, che li ha colpiti direttamente al cuore.

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IMG_8774Fabrizio Benedetti, Nazionale: Grazie dei complimenti Vincenzo ma il grande, quello vero sei tu e tutti quelli che come te lavorano in certi contesti. Non finirò  mai di pensare alle persone come te che in silenzio e lontano dai riflettori portano avanti progetti che definire straordinari è troppo poco. Ti scrivo tutto quello che posso purché tu mi dica su quale argomento intendi discutere. Se hai bisogno di chiamarmi non esitare, sarò sempre a vostra assoluta disposizione. Grazie di avermi dato la gioia di ieri.
Vincenzo:  Vorrei che raccontassi a tutti le tue impressioni e cosa hai voluto comunicare alla squadra
Fabrizio Benedetti, Nazionale: Le mie impressioni sono quelle che ho già evidenziato sopra,  ci sono persone con qualità superiori che in silenzio si mettono a disposizione di altri che per motivi diversi hanno maggiore necessità di attenzione. La vostra passione e la vostra disponibilità sono caratteristiche non comuni in quanto la società di oggi sta mandando segnali diversi che vanno nella direzione opposta, vale di più l’apparire che l’essere. Io su questo non sono d’accordo e il vostro impegno è il massimo livello di quello che una persona può fare per gli altri, BRAVI.
Nella situazione di ieri, l’unico fuori posto ero io perché ignorante sul modo di proporsi e relazionarsi con gli altri. Io credo profondamente che nel calcio non ci debbano essere diversità di nessun genere in senso assoluto. Ragazzi, ragazze, neri, bianchi, gialli, musulmani, cattolici, ebrei, buddisti e chi più ne ha più ne metta, devono stare insieme, confrontarsi lealmente e chi ha più conoscenze le deve mettete a disposizione degli altri con serenità e piacere di dare. Alla fine è un gioco e lo dobbiamo vivere come tale. Quando il gioco, per pochi fortunati, diventa un lavoro sarà diverso perché l’obbiettivo non sarà più il solito e quindi anche gli scopi saranno diversi. Io credo che il piacere di divertirsi giocando a pallone in maniera leale sia grande quanto trascorrere momenti felici con i propri cari in famiglia. I ragazzi con i quali ho lavorato ieri sono ragazzi straordinari e di una correttezza assoluta ai quali ho lasciato il messaggio che lascio sempre a tutti (ma loro non ne avevano bisogno): siate maestri di voi stessi perché il compagno che sbaglia si può sentir meglio solo se ha la stima e la fiducia dei propri compagni di squadra. Un caro abbraccio a te e a tutti i tuoi “ragazzi”, nessuno escluso.IMG_8817