
Dentro il Mito: Backstage a San Siro
Abbiamo vissuto un’esperienza che ha lasciato il segno in tanti cuori. In occasione del 125° compleanno del Milan la comunità Beltrami è stata ricevuta dalla Fondazione Milan prima della partita di Coppa Italia Milan-Sassuolo, facendo un tour nel dietro le quinte, mentre dalla comunità Necchi e dal centro Panduji in un attimo ci si è trovati nella sfida di Champions League Milan-Stella Rossa.
Accompagnati nel mitico San Siro da Giulia, referente della Fondazione Milan, e dal suo team, siamo entrati nel mondo pre-partita dei calciatori. La visita ha svelato il livello di preparazione di un top club della Serie A. Abbiamo avuto l’opportunità di visitare gli spogliatoi curati nei minimi dettagli, che ci hanno fatto pensare come i calciatori siano giovani ragazzi catapultati in un mondo sotto i riflettori. Ci ha colpito in particolare il parastinchi di un giocatore, che riportava la sua foto con il figlio. Per ognuno c’era una bottiglietta d’acqua, l’integratore, le barrette multivitaminiche. Abbiamo intravisto i bagni, dove non potevamo entrare, ma ci è bastata un’occhiata per capire che sembrava di essere in una Spa.
Ci hanno poi spiegato la routine che precede la partita, come la preparazione degli arbitri, il momento delle interviste nell’area dedicata, fino all’ingresso in campo percorrendo il tunnel. E’ stato un momento carico di emozione, imponente. Lo stadio raccontava tante storie di vita, di sport. Davanti alla tribuna c’erano le telecamere e ci siamo divertiti a farci riprendere con Milanello.
Dopo il tour il gruppo si è diretto verso i propri posti, situati nel primo anello arancione. La partita si è rivelata un susseguirsi di emozioni, un 4 a 0 nel primo tempo che ha fatto da preludio a un sorprendente 6 a 1 finale. Ci ha stupito tanto, in una situazione di gran vantaggio, la continua e inarrestabile voglia di segnare.
Tornando in comunità tutti siamo stati d’accordo che la cosa che ci ha più colpiti è stata la disponibilità e la professionalità degli amici della Fondazione Milan. L’incontro tra il mondo del calcio e quello educativo ha sottolineato il potere della passione che ci muove, come se ci fossero dei ponti tra realtà che appaiono distanti. Grazie per l’esperienza indimenticabile, bello averla vissuta noi tutti insieme. Vi aspettiamo per un pranzo da noi!
Vi salutiamo con le righe spettacolari che ci ha donato il nostro amico giornalista Niccolò:
Uno ‘stop’ dolce, una traversa che “profuma” di dinastia, gli occhi che cambiano da tristi a pazzi nel giro di un minuto: c’è stato tutto questo e anche di più nella quarta vittoria consecutiva del Milan in Champions League, questa volta alle spese di quella Stella Rossa che suona dal passato come una nostalgica colonna sonora di antichi trionfi. Eppure in quella giocata di Rafa Leao, in quel quasi gol di Francesco Camarda e in quell’urlo liberatorio di Tammy Abraham ad accompagnarli v’erano cuori e menti di migliaia di giovanissimi che hanno letteralmente invaso San Siro, trasformando un clima normalmente di polemiche e sfottò in un ambiente davvero a misura di (giovane) uomo.
Nell’ideale cornice che ha portato ragazzi e ragazze dal cuore speciale in Coppa Italia e in vista della grande festa di domenica sera per i 125 anni di storia del Milan (con qualche “anticipo” di lacrime in Tribuna contro la Stella Rossa per la presenza della leggenda col numero 7, Andriy Shevchenko), la vittoria sofferta in Champions rimarrà nella storia di tanti giovanissimi rossoneri che hanno potuto godersi simbolicamente tutto il paragone – osiamo dire “educativo” – che sussiste tra calcio e vita vera.
Un inizio di emozione, una gioia incredibile con il gol-meraviglia del nostro n.10, una pazzesca sofferenza tra il pareggio e quella rete che non sembrava voler più arrivare. E poi, alla fine, il sublime raggiunto: la rete si gonfia, la vittoria si raggiunge, l’abbraccio scatta automatico sugli spalti. Grazie Milan, ma il Milan in primis ringrazia chi davanti allo spettacolo della Champions ha cantato, supportato e accompagnato gli 11 in campo. Che poi, tra quel “ragazzo” pronto a sbocciare che ieri ci porta alla vittoria con la sua traversa e i tanti “ragazzi” allo Stadio che con cuore vivo non hanno mai abbandonato la speranza di vincere, ecco tutta questa differenza non c’è.

